lunes, 22 de diciembre de 2008

Patto Venezuela-Iran: aerei per armi


Rapporto dell'intelligence occidentale: così Hugo Chávez aiuta Ahmadinejad - Teheran evade le sanzioni Onu sfruttando gli aerei della compagnia di bandiera venezuelana in forza di un patto fra Mahmud Ahmadinejad e Hugo Chávez per rafforzare la penetrazione iraniana in America Latina. La notizia è contenuta in alcuni memorandum di intelligence occidentale sull’impatto degli accordi di Ahmadinejad con diverse nazioni sudamericane. Il patto fra Teheran e Caracas, secondo i memorandum che «La Stampa» ha potuto consultare, verte attorno ad uno scambio: Chávez consente ad Ahmadinejad di adoperare liberamente i propri aerei di linea e ottiene in cambio aiuti militari. L’Iran sta adoperando i velivoli della compagnia Conviasa lungo la rotta commerciale Teheran-Damasco-Caracas per molteplici scopi. Innanzitutto trasferire materiale scientifico verso i laboratori del Centro di studi e ricerca siriano a Damasco. In particolare si tratterebbe di spedizioni di macchine Cnc, computer per il controllo di missili e di materiale per lo sviluppo di vettori, a cominciare dalla realizzazione di motori. Le spedizioni vengono fatte dal gruppo industriale «Shahid Bakeri» (Sbig), incluso nel dicembre 2006 nella lista delle aziende colpite dalle sanzioni incluse dalla risoluzione 1737 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu in ragione del ruolo svolto nello sviluppo del programma missilistico dell’Iran. Proprio in base a tale risoluzione la Siria - come qualsiasi altro Paese - non potrebbe fare acquisti di tecnologia missilistica provenienti da tale azienda ma gli aerei Conviasa consentono di portare a termine le transazioni evadendo i controlli. Il precedente delle spedizioni alla Siria preoccupa l’intelligence occidentale perché lascia supporre che Teheran possa aver trovato grazie agli aerei garantiti da Caracas un sistema di trasporto grazie al quale ovviare ai crescenti problemi incontrati nell’import-export di materiale proibito a seguito più stringenti controlli messi in atto dalle autorità turche. Pochi mesi fa i servizi doganali di Ankara intercettarono 22 esemplari di tali macchine Cnc prodotte dall’azienda cinese «Shenyang Machine Tool» e destinati all’Iran da dove sarebbero poi, in parte, dovute proseguire verso la Siria. È stato a seguito di questo episodio che Ahmadinejad ha chiesto aiuto a Chávez, anche perché i rapporti con Ankara erano già incrinati a seguito dell’incidente ferroviario del maggio del 2007 quando un treno partito dall’Iran e diretto in Siria si rovesciò per un guasto sul territorio turco portando alla scoperta di una spedizione di armi destinata agli Hezbollah che suscitò forte irritazione in Turchia e, fra l’altro, portò le autorità iraniane a sostituire il comandante dei pasdaran Rahim Safavi con il successore Muhamed Jaaferi. Obbligato a trovare nuove vie per raggiungere il territorio dell’alleato di Damasco, Ahmadinejad ha pensato che gli aerei civili venezuelani erano la soluzione più semplice ed a portata di mano, Chávez ha dimostrato accondiscendenza e ha ottenuto in cambio un consistente pacchetto di aiuti: l’impegno iraniano a inviare istruttori a Caracas per la polizia segreta e i servizi di intelligence come testimoniato dal recente arrivo nel Paese sudamericano di almeno dieci alti ufficiali della «Forza Al Quds» dei pasdaran. Per Chávez gli addestratori iraniani sono un utile strumento per consentire alle proprie forze di sicurezza di essere più efficaci contro gli oppositori interni. Un ulteriore tassello del patto Caracas-Teheran viene dalla disponibilità della Conviasa a trasportare verso l’Iran materiale militare che le aziende legate ai pasdaran non possono acquistare liberamente sul mercato proprio in ragione delle sanzioni dell’Onu. La moltiplicazione di questi segnali ha portato l’intelligence occidentale a monitorare da vicino i passeggeri e il materiale che viaggiano lungo la rotta Teheran-Damasco-Caracas arrivando alla conclusione che spesso si tratta di funzionari dell’intelligence, ufficiali militari e materiali proibiti dall’Onu. Fra i passeggeri di tali voli vi sono stati anche gli ufficiali dell’esercito siriano e venezuelano che nel luglio scorso hanno partecipato alle manovre dei pasdaran. Ad avvalorare la scelta strategica di Teheran di puntare sul Sud America per rompere l’isolamento internazionale c’è quanto detto ieri a Teheran dal vicepresidente Parviz Davoudi sulla «priorità di promuovere il commercio e la cooperazione industriale con le nazioni rivoluzionarie». Risale a giovedì scorso l’inaugurazione a Teheran della fiera commerciale dei sette Paesi dell’«Alternativa bolivariana per le Americhe» (Venezuela, Cuba, Ecuador, Bolivia, Honduras, Nicaragua e Repubblica Dominicana) che sfida le sanzioni imposte a Teheran contro lo sviluppo dell’energia nucleare.

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